Per apprezzare meglio l'arte di Franco Brunetta non si può prescindere dalla conoscenza dell'avventura culturale e umana condotta per oltre trent'anni in qualità di maestro elementare con i suoi bambini de “La Bottega delle Nuove Forme”.
Una straordinaria esperienza, che fa di lui un autentico esperto di arte infantile.
"Tutto ha inizio nel 1976, quando Franco Brunetta (vi ricordate l'angelo de "La vita è una cosa meravigliosa" con James Stewart? Ebbene è lui!), dopo la laurea con Francesco De Bartolomeis, con tesi dedicata all'educazione artistica nella scuola elementare dal dopoguerra ad oggi, crea, tutto solo, La Bottega delle Nuove Forme". (Paolo Levi)
Si tratta di un’“istituzione” creata per tentare un rinnovamento in questo importante settore educativo, in contrapposizione, fin dal simbolo, agli stereotipi infantili, attraverso una stimolante azione metodologica fondata sulla ricerca.
Un’idea controcorrente, vivificata dall’impegno e dalla fantasia di tanti bambini nel corso di un periodo di tempo significativo, che affonda le sue innovative radici pedagogiche e metodologiche nell’esperienza dei Laboratori di attività sperimentali dell'Università di Torino diretti dai prof. Francesco De Bartolomeis e Pietro Simondo.
Questa vivace e originale avventura di ricerca e produzione d’immagini Franco Brunetta l'ha condotta prima a San Maurizio Canavese e poi a Ciriè, nella seconda cintura torinese, tra il 1976 e il 2011, con l'obiettivo di fornire ai bambini non una generica "educazione" all'immagine, bensì la concreta possibilità di produrre immagini e oggetti visivi in situazione di ricerca guidata: dalla pittura alla grafica, dall'incisione alla scultura, dal teatro alle immagini computerizzate, ai film, soddisfacendo un bisogno innato in tutti noi.
Nel corso di 35 anni di attività si sono susseguiti vari gruppi di bambini tra i sei e gli undici anni delle varie classi affidate a Franco Brunetta e, pertanto, “La Bottega delle Nuove Forme” era destinata a mutare organico ogni quinquennio.
Tutti hanno vissuto l’avventura artistica con gioiosa serietà, come dimostrano gli interessanti testi scritti che accompagnano il loro percorsi. Tutti si sono impegnati, al di fuori dei rigidi schemi scolastici e delle regole didattiche, guidati da un maestro che non era distaccato su un laboratorio di educazione all’immagine, ma si occupava pure del normale lavoro scolastico.
Quella dell'insolita "Bottega" è un'esperienza unica, che ha raccolto negli anni una cospicua produzione artistica non meno interessante, dal punto di vista formale, di quella adulta.
Infatti, le immagini create si presentano agli occhi di chi guarda come documenti sui generis, esteticamente vivaci e dignitosi, di una prassi produttiva, che, attraverso di essi, svela i suoi “segreti”.
Come sottolinea Giorgia, una giovane “bottegaia”, “molte persone non credono che queste pitture siano fatte da noi bambini”, [1] perché ne “La Bottega delle Nuove Forme” si rompono i banali schemi fossilizzati dalla tradizione, frutto di un’attività troppo spesso trascurata, sottoposta a tempi rigidi e prestabiliti, affidata ad uno spontaneismo che, in realtà, la frustra e la snatura.
Le opere realizzate dai bambini in questo piccolo paradiso di cultura dell'arte sotto la guida di Franco Brunetta, "en artiste" sul campo, indicano che si possono percorrere altre vie, ottenendo prodotti poco consueti e più “ricchi” esteticamente rispetto ai normali lavori “spontanei” e si manifestano e si impongono forme e soluzioni del tutto nuove rispetto alla normale produzione infantile, tanto da aver generato in qualcuno sconcerto e il timore di trovarsi di fronte a qualcosa di "eversivo" e innaturale.
Contro tali opere innovative non sono mancate le critiche oppositive e, addirittura, le pubbliche diffamazioni.
In realtà, come scrive il noto critico d'arte Paolo Levi: "di fronte a una simile collettiva innocenza, i visitatori - per non inciamparsi in considerazioni retoriche quali "Ma questo sembra Paul Klee !" - devono spogliarsi della grossolana, anche se colta, quotidianità". [2]
Per Piero Simondo, artista di fama internazionale e maestro del maestro: “…tutte hanno alle spalle un tempo di lavoro abbastanza lungo: se hanno la freschezza e il garbo spontaneo, senza apparente traccia di fatica, dell’infanzia, ebbene questa freschezza è stata conquistata e manifestata attraverso il magistero dell’arte”.
Proprio grazie alla forza delle immagini realizzate, l'attività artistica alternativa de "La Bottega delle Nuove Forme", ha saputo fronteggiare l'indifferenza e la diffidenza, che spesso sorgono verso situazioni "eccentriche" e poco comprensibili all'esterno e ha così potuto imporsi all'attenzione delle persone più sensibili a queste manifestazioni originali di creatività, raccogliendo riconoscimenti in numerose partecipazioni espositive.
Su tutte le prestigiose mostre antologiche allestite presso il Palazzo della Regione Piemonte (1992) e la sede della Provincia di Torino (1997/98), entrambe accompagnate da catalogo illustrato.
Tali avvenimenti si sono trasformati in altrettante occasioni per far conoscere un'esperienza artistica che contiene in sé un profondo significato di provocazione e di denuncia verso i condizionamenti socio-culturali, che finiscono per bloccare l'evoluzione dei bambini e generare fenomeni di disagio giovanile; come pure di promozione di una necessaria "riappropriazione culturale" per un'azione educativa di base nel settore trascurato e fondamentale delle arti visuali e comunicative (dal bambino all'adulto).
[1] - In "LA BOTTEGA DELLE NUOVE FORME di Franco Brunetta e i suoi bambini” , Catalogo mostra antologica 1992, Torino, Palazzo della Regione Piemonte.
[2] - Paolo Levi, “L’arte prima di Prometeo”, in la Repubblica, 20 aprile 1997, p. VII
e anche in “L’Arte prima di Prometeo”, catalogo mostra antologica 1997/98, Torino, Palazzo Cisterna sede della Provincia, in occasione della Giornata dei diritti dei bambini.